Nel corso degli ultimi anni, l’importanza della privacy e della protezione dei dati è notevolmente cresciuta. In un’epoca in cui ogni click, ogni acquisto e ogni interazione online lasciano una traccia digitale, le informazioni personali sono diventate il fulcro di molte strategie di marketing.
Questi dati consentono alle aziende di personalizzare le loro offerte, di comprendere meglio i propri clienti e di anticipare le tendenze del mercato. Tuttavia, l’uso di queste informazioni comporta una grande responsabilità: i dati personali rappresentano una risorsa preziosa e rispettare le normative sulla privacy non è solo una questione legale, ma anche etica e strategica. In Italia e in Europa, le leggi sulla privacy sono state rafforzate per proteggere i diritti degli individui. Queste leggi non solo stabiliscono regole chiare su come i dati personali possono essere raccolti, conservati e utilizzati, ma prescrivono anche pesanti sanzioni per le eventuali violazioni.
Nel 2025, la protezione dei dati è un pilastro imprescindibile anche per chi fa digital marketing: non rispettare il consenso degli utenti significa non solo rischiare multe salatissime, ma anche compromettere la fiducia e la reputazione del brand.
La normativa sulla privacy in Italia e in Europa
La normativa italiana sulla privacy, rappresentata dal Codice Privacy, e quella europea, inclusa nella nota normativa GDPR, sono i pilastri fondamentali per la protezione dei dati personali nel nostro paese.
In Italia, il Codice Privacy richiede che le aziende ottengano il consenso degli utenti prima di utilizzare i loro dati per scopi di marketing, assicurando trasparenza e rispetto dei loro diritti.
A livello europeo, il GDPR ha elevato la protezione dei dati a una priorità assoluta, richiedendo un consenso “libero, specifico, informato e inequivocabile” per l’uso dei dati personali. Questo regolamento si applica a tutte le aziende che gestiscono dati di cittadini dell’UE, anche al di fuori dell’UE, imponendo la necessità di misure adeguate per garantire la sicurezza dei dati.
Consenso alla profilazione: cos’è e perché è fondamentale
Il consenso alla profilazione è oggi uno degli aspetti più delicati e monitorati dalle autorità: significa ottenere dall’utente un’autorizzazione esplicita per l’uso dei suoi dati a fini di analisi comportamentale, retargeting o creazione di pubblici lookalike. Questo passaggio va gestito con la massima trasparenza, chiarendo quali informazioni vengono raccolte, come vengono utilizzate e con chi possono essere condivise.
Nell’email marketing e nel social media marketing, il consenso degli utenti rappresenta la base imprescindibile per qualsiasi comunicazione: offrire la possibilità di scegliere in modo consapevole garantisce il rispetto della normativa, rafforza la fiducia e consente di ottenere risultati migliori in termini di engagement e conversioni.
Le possibili sanzioni
La violazione delle normative sulla privacy può avere conseguenze molto pesanti, che spaziano da sanzioni economiche rilevanti a gravi danni reputazionali. Le autorità di protezione dei dati, sia in Italia che a livello europeo, dispongono infatti di ampi poteri per intervenire e applicare multe a chi non rispetta la legge.
Secondo il GDPR, le aziende possono incorrere in sanzioni fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale, scegliendo sempre l’importo maggiore. Le violazioni che possono portare a queste multe sono diverse: dall’assenza di un consenso valido, alla mancata notifica di una violazione dei dati, fino al mancato riscontro alle richieste degli utenti che intendono esercitare i propri diritti.
Anche in Italia il Garante per la protezione dei dati personali vigila attivamente. Nel 2021, ad esempio, ha comminato una multa di 27,8 milioni di euro a una nota compagnia telefonica, colpevole di aver raccolto consensi in maniera inadeguata per le proprie attività di marketing.
Per evitare rischi di questo tipo, le aziende devono trattare la privacy come una priorità strategica. Significa adottare procedure chiare per la raccolta dei consensi, garantire trasparenza nella gestione dei dati e rispettare i diritti degli individui. Fondamentale è anche investire nella formazione del personale, implementare policy interne ben definite e, quando necessario, affidarsi a consulenti o legali specializzati per assicurarsi la piena conformità normativa.


Google Analytics è illegale?
In seguito a un provvedimento del Garante della Privacy italiano del 9 giugno 2022 si è alzato un gran polverone e sono circolate tante fake news, quindi facciamo chiarezza.
Oggi (2025) Google Analytics 4 è la versione standard e può essere utilizzato in conformità al GDPR, a patto che sia configurato correttamente (ad esempio attivando l’IP anonymization e gestendo i trasferimenti extra-UE tramite strumenti adeguati).In questo contesto diventa fondamentale adottare un CMP (Consent Management Platform) per raccogliere e documentare i consensi, come previsto dalle EU User Consent Policy di Google.
Google Tag Manager
Anche Google Tag Manager (GTM) — spesso usato come “contenitore neutro” per i tag di tracciamento — richiede ora una gestione attenta sotto il profilo della privacy. È fondamentale che GTM sia attivato soltanto dopo aver raccolto un consenso valido, in linea con le regole GDPR.
- Non è più considerato neutro: una recente sentenza del Tribunale Amministrativo di Hannover ha stabilito che il semplice caricamento di GTM trasmette dati tecnici (come indirizzi IP e metadati del browser) ai server di Google, e dunque richiede consenso esplicito già al momento del caricamento — anche se il tag non attiva immediatamente funzioni di tracking.
- Google Tag Manager di per sé non raccoglie dati personali né imposta cookie. Tuttavia, attraverso GTM vengono caricati altri strumenti di tracciamento (come Google Analytics, Meta Pixel o LinkedIn Insight Tag) che invece possono farlo. Per questo motivo, anche se GTM è solo un “contenitore”, va comunque gestito nel rispetto del consenso: i tag devono attivarsi solo dopo che l’utente ha accettato esplicitamente le relative finalità.
Alternative a Google Analytics
Dato che Google è un’azienda statunitense e il trasferimento dei dati dall’Unione Europea agli USA è il principale problema che le autorità riscontrano nei loro controlli, molte realtà stanno cercando delle soluzioni made in UE.
Nel 2025, oltre a Matomo, hanno preso piede piattaforme come Plausible e Piwik PRO, che offrono maggiore controllo sui dati e tracciamenti privacy-friendly. E sempre più enti pubblici e aziende private stanno adottando queste soluzioni per garantire piena conformità.
E-mail marketing e tutela della Privacy
Prendere le giuste misure prima e dopo l’iscrizione degli utenti è di fondamentale importanza, soprattutto in un contesto in cui il GDPR e le più recenti linee guida europee richiedono consensi chiari, documentabili e granulari.
Al momento dell’iscrizione
1. Opt-in esplicito
La casella per l’iscrizione alla newsletter non deve mai essere preselezionata: l’utente deve compiere un’azione consapevole.
2. Testi facili da capire
Le diciture che accompagnano le caselle di consenso devono essere semplici e trasparenti, ed evitare tecnicismi giuridici.
3. Link alla privacy policy
È indispensabile includere un link a un’informativa dettagliata, che illustri in modo chiaro come vengono trattati i dati personali e con chi possono essere condivisi.
4. Consensi separati e distinti
Ogni finalità di trattamento deve avere un consenso dedicato. Ad esempio: uno per ricevere la newsletter, uno per comunicazioni promozionali personalizzate e uno per la condivisione dei dati con terze parti. Solo così il consenso è conforme al GDPR e realmente valido.
5. Opzioni di opt-in specifiche
All’interno della stessa finalità (es. email marketing), è buona prassi offrire all’utente la possibilità di scegliere quali contenuti ricevere: newsletter informativa, promozioni speciali, inviti a eventi. Questo approccio migliora la trasparenza, aumenta la fiducia e consente una segmentazione più precisa.
6. Double opt-in
Nel 2025 il double opt-in è una delle principali best practice: dopo aver spuntato la casella di iscrizione, l’utente riceve una mail di conferma per validare la scelta. Questo passaggio aggiuntivo aumenta la trasparenza


Dato che Google è un’azienda statunitense e il trasferimento dei dati dall’Unione Europea agli USA è il principale problema che le autorità riscontrano nei loro controlli, molte realtà stanno cercando delle soluzioni made in UE.
Nel 2025, oltre a Matomo, hanno preso piede piattaforme come Plausible e Piwik PRO, che offrono maggiore controllo sui dati e tracciamenti privacy-friendly. E sempre più enti pubblici e aziende private stanno adottando queste soluzioni per garantire piena conformità.
Dopo l’iscrizione
1. Includi sempre un’opzione di opt-out
Nel footer di ogni email includi sempre la possibilità di annullare l’iscrizione e assicurati che gli step per farlo siano semplici e veloci
2. Gestisci i dati in modo sicuro
I dati vanno protetti con misure tecniche adeguate (crittografia, accessi limitati, MFA per i pannelli di gestione) per prevenire utilizzi impropri o accessi non autorizzati.
3. Aggiorna regolarmente le liste
Le liste vanno costantemente pulite, eliminando i contatti inattivi o che hanno revocato il consenso. Ciò migliora anche la deliverability e l’efficacia delle campagne.
4. Rispondi alle richieste
Le aziende devono essere pronte a rispondere tempestivamente a richieste di accesso, rettifica o cancellazione dei dati, come previsto dal GDPR.
Campagne digitali a pagamento
Negli ultimi anni, l’advertising è stato al centro di una trasformazione senza precedenti. Da un lato, le normative europee come il GDPR, il Digital Services Act e il Digital Markets Act hanno imposto regole sempre più stringenti per garantire trasparenza e tutela dei dati personali. Dall’altro, le piattaforme stesse – da Apple con le restrizioni introdotte su iOS fino a Google con l’eliminazione dei cookie di terze parti – hanno modificato profondamente il modo in cui i dati possono essere raccolti e utilizzati.
Il risultato è che le campagne digitali a pagamento non possono più basarsi esclusivamente su tracciamenti invasivi e cookie, ma richiedono un approccio nuovo, fondato sui dati di prima parte, sulla trasparenza e su strumenti di misurazione conformi. In questo scenario, la capacità delle aziende di adattarsi diventa determinante per mantenere l’efficacia delle proprie strategie pubblicitarie.
Tracciamento e nuove regole
Fino a qualche anno fa, i cookie di terze parti e il tracciamento cross-site erano strumenti fondamentali per ottimizzare le campagne. Con iOS14, Apple ha reso più difficile raccogliere dati sugli utenti, aprendo la strada a un’evoluzione che nel 2025 si è consolidata con la Privacy Sandbox di Google e l’eliminazione definitiva dei cookie di terze parti su Chrome.
Questo significa che oggi le aziende devono puntare su:
Soluzioni proprietarie delle piattaforme: come la Conversion API di Meta, utile per ridurre la perdita di dati, pur con alcuni limiti rispetto al passato.
First-party data: informazioni raccolte direttamente dall’utente, tramite interazioni sui propri canali.
Server-side tracking: soluzioni che permettono di misurare conversioni senza dipendere dai cookie del browser.
Trasparenza degli annunci
Con l’entrata in vigore del Digital Services Act, chi pubblica inserzioni rivolte a cittadini UE deve indicare chiaramente chi è il “beneficiario” e chi è il “pagante” della campagna. Questo aumenta la trasparenza e obbliga le aziende a una comunicazione pubblicitaria più responsabile.
Privacy e cookie policy su siti web
Le informative e le cookie policy dei siti web devono riflettere fedelmente l’utilizzo degli strumenti di tracciamento adottati, come Meta Pixel, LinkedIn Insight Tag o Google Tag Manager.
Dal 2024, i banner cookie devono essere granulari, documentati e conformi alle Google EU User Consent Policy e al nuovo Data Privacy Framework UE-USA. Soluzioni come iubenda aiutano le aziende a implementare privacy policy aggiornate, cookie banner conformi e CMP per la registrazione dei consensi, semplificando la gestione della compliance.


Social Media
Permessi e responsabilità
Chi ha accesso agli account social aziendali deve essere formalmente nominato responsabile del trattamento (data processor) e ricevere formazione adeguata per gestire i dati in modo conforme.
Sicurezza degli account
Nel 2025 l’autenticazione a due fattori è ormai lo standard richiesto dalle principali piattaforme business per proteggere gli account da accessi non autorizzati. In prospettiva, molte realtà stanno evolvendo verso sistemi di MFA (Multi-Factor Authentication), che aggiungono ulteriori livelli di sicurezza. Per le aziende è quindi fondamentale attivare almeno la 2FA su tutti gli account aziendali e sui profili personali collegati a strumenti come Meta Business Suite o LinkedIn Campaign Manager, valutando al tempo stesso l’adozione di soluzioni più avanzate.
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