Cos’è la Google Search Generative Experience (SGE)

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Google continua a ridefinire il modo in cui gli utenti cercano e trovano informazioni online. L’ultimo passo in questa direzione è la Google Search Generative Experience (SGE), un’innovazione che integra l’intelligenza artificiale direttamente nei risultati di ricerca. L’obiettivo è quello di fornire risposte più dettagliate, complete e personalizzate, riducendo la necessità per gli utenti di navigare tra più fonti per ottenere le informazioni desiderate.

A partire da giugno 2025, la SGE è stata progressivamente attivata di default per molti utenti nei principali mercati internazionali, trasformandosi da funzione sperimentale a componente stabile e sempre più centrale dell’esperienza su Google. Questo cambiamento segna l’inizio di una nuova fase in cui l’intelligenza artificiale non solo affianca, ma in molti casi sostituisce la tradizionale logica di consultazione dei risultati organici.

Ma cosa cambia per chi crea contenuti online? Quali sono le implicazioni per le strategie SEO e digital marketing? In questa guida analizziamo il funzionamento della SGE, il suo impatto sulla ricerca organica e le best practice per ottimizzare la visibilità in questa nuova era dell’intelligenza artificiale applicata alla ricerca.

TL;DR – Cosa troverai in questo articolo

  • Cos’è la Google Search Generative Experience e perché segna un cambiamento epocale nella ricerca
  • Come funziona la SGE: AI Overview, interazioni conversazionali e sintesi avanzata
  • L’impatto della SGE sulla SEO: meno clic organici, più focus su autorevolezza e struttura
  • Le strategie per ottimizzare i contenuti in un contesto AI-driven
  • Come preparare il tuo sito all’evoluzione dell’ecosistema Google nel 2025

Come funziona la Google Search Generative Experience?

A differenza del tradizionale motore di ricerca basato su risultati ordinati secondo ranking e algoritmi di rilevanza, la SGE introduce una modalità in cui i contenuti vengono rielaborati e sintetizzati direttamente dall’intelligenza artificiale di Google.

Quando un utente effettua una ricerca, la SGE può generare una risposta che appare in un box dedicato sopra i classici risultati organici. Questa AI Overview fornisce un riepilogo basato su più fonti, con la possibilità di approfondire ulteriormente cliccando sui link suggeriti.

Le caratteristiche principali della SGE includono:

  • Sintesi AI: Google combina le informazioni provenienti da diverse fonti per restituire un’unica risposta strutturata.
  • Interazione Conversazionale: Gli utenti possono porre domande successive per affinare la ricerca senza dover digitare nuovamente la query.
  • Migliore contestualizzazione: Le risposte AI possono essere personalizzate in base alle abitudini di ricerca e alle necessità informative dell’utente.
  • Esperienza più intuitiva: I risultati si presentano in modo più discorsivo e immediato, favorendo una comprensione rapida delle informazioni.
  • Integrazione multimodale (in fase di test): Su dispositivi mobili, Google sta testando una nuova funzionalità chiamata “Ask with Video”, che consente agli utenti di porre domande anche tramite video o voce, ricevendo risposte sintetiche generate dall’AI.
  • Contenuti commerciali e locali sintetizzati: Nei settori e-commerce e local search, la SGE mostra prodotti, recensioni e attività locali con badge “AI picked”, riassunti e suggerimenti automatici derivati da fonti affidabili come schede Google Business e feed Merchant Center.

Questa nuova modalità di ricerca segna un cambiamento significativo nelle dinamiche SEO, poiché modifica il modo in cui gli utenti interagiscono con i risultati e il traffico viene distribuito tra i siti web.
L’interazione con la SGE sta progressivamente sostituendo la navigazione tradizionale su Google, rendendo cruciale l’inclusione nei box generati dall’AI per mantenere visibilità e autorevolezza.

cosa è la search generative experience

L’evoluzione della Google Search Generative Experience

Il concetto di ricerca basata sull’intelligenza artificiale non è del tutto nuovo per Google. Già con l’introduzione di BERT nel 2019 e MUM nel 2021, Google aveva iniziato a implementare modelli di linguaggio avanzati per migliorare la comprensione delle query. Tuttavia, con l’avvento di strumenti come ChatGPT e l’esplosione dell’AI generativa, la necessità di evolvere ulteriormente il motore di ricerca è diventata evidente.

Nel 2023 Google ha iniziato a testare la SGE in fase sperimentale, raccogliendo dati per perfezionare il modello. Nel 2024, la tecnologia ha iniziato a essere implementata su larga scala, ridefinendo il modo in cui gli utenti accedono alle informazioni. Nel 2025, la SGE è destinata a diventare uno standard consolidato, integrando funzionalità sempre più avanzate come personalizzazione su misura e un’interazione più fluida tra utente e AI.

A partire da giugno 2025, Google ha iniziato a rendere la SGE disponibile di default per un numero crescente di utenti nei mercati anglofoni, senza necessità di attivazione manuale tramite Search Labs. Questo rappresenta un passaggio strategico: da tecnologia opzionale e in fase beta, la Search Generative Experience è ora parte integrante della SERP principale.

Contestualmente, sono in fase di rollout nuove funzionalità come l’interazione vocale e video (Ask with Video) e l’integrazione con Google Shopping e Google Maps, che confermano la volontà di Google di trasformare la SGE in un ecosistema informativo completo e multimodale.

cosa è la search generative experience

Come cambia la SEO con la SGE?

L’adozione della SGE da parte di Google ha un impatto diretto sulle strategie SEO, poiché modifica il modo in cui i contenuti vengono mostrati nei risultati di ricerca. Alcuni dei principali cambiamenti includono:

Poiché le risposte AI forniscono già molte informazioni, gli utenti potrebbero avere meno bisogno di cliccare sui link ai siti web. Le prime stime di CTR medio nei box AI Overview indicano una percentuale inferiore al 10%, con punte tra il 6% e il 9%, a seconda della categoria. Ciò significa che anche i contenuti inclusi nei risultati generativi potrebbero ottenere un volume di traffico significativamente inferiore rispetto ai risultati organici tradizionali.

Google seleziona le fonti più affidabili e autorevoli per alimentare le risposte AI. I siti con forte reputazione e contenuti di qualità avranno più probabilità di essere inclusi negli AI Overviews. Brand conosciuti, enti istituzionali e publisher editoriali ben referenziati tendono a essere privilegiati. I contenuti generici o troppo “ottimizzati” in ottica SEO rischiano invece l’esclusione dalle sintesi AI.

Con la crescente importanza del linguaggio naturale, le strategie SEO dovranno puntare a creare contenuti che rispondano direttamente alle domande degli utenti in modo chiaro e dettagliato.

Dati strutturati e schema markup possono aiutare Google a comprendere meglio i contenuti e migliorarne la visibilità nelle risposte AI. Tuttavia, l’uso del markup deve essere coerente e supportato da contenuti reali di qualità: non è sufficiente una struttura tecnica perfetta per ottenere visibilità nelle AI Overview, se il contenuto non offre reale valore informativo.

Best Practices SEO per la Google Search Generative Experience

Per adattarsi alla SGE e continuare a ottenere visibilità online, ecco alcune strategie da adottare:

Google seleziona fonti autorevoli per generare le sue risposte AI. Assicurarsi che i contenuti siano ben documentati, affidabili e in linea con le linee guida E-E-A-T (Esperienza, Competenza, Autorevolezza, Affidabilità) è essenziale. Contenuti con un’identità editoriale chiara, firmati da esperti riconoscibili e aggiornati regolarmente hanno maggiori probabilità di essere inclusi nei risultati generativi.

Ottimizzare i testi per rispondere direttamente alle domande più frequenti degli utenti, utilizzando titoli chiari e formattazione adeguata (H2, H3, elenchi puntati), e prevedere sezioni FAQ, paragrafi espliciti per ogni sottotema e suddivisione logica dei contenuti aiuta l’AI a riconoscere le risposte e generare sintesi efficaci.

Aggiungere markup ai contenuti per aiutare Google a comprendere meglio il contesto e aumentare le possibilità di essere inclusi nelle AI Overviews. Particolare attenzione va data ai contenuti locali, ai prodotti e ai profili aziendali: sfruttare al meglio i dati strutturati di tipo Product, LocalBusiness e FAQ può fare la differenza nella selezione dell’AI.

Con l’evoluzione della SGE, diventa fondamentale ottimizzare i contenuti per ricerche più naturali e discorsive, sfruttando il tono e il linguaggio che gli utenti utilizzano nelle loro query. È utile simulare domande reali degli utenti e rispondere con uno stile chiaro, diretto e coerente con le conversazioni vocali e testuali che caratterizzano la nuova interazione con la ricerca.

Affidarsi esclusivamente alla ricerca organica potrebbe non essere sufficiente. È importante combinare SEO, advertising e strategie di content marketing per mantenere una forte presenza online. Investire in asset proprietari come newsletter, contenuti video, community e branded search rafforza la visibilità anche al di fuori della SERP tradizionale, e mitiga la dipendenza da posizionamenti sempre più volatili.

Il futuro della ricerca online: come prepararsi?

Con l’avvento della SGE, il panorama della SEO sta subendo un cambiamento radicale. Prepararsi a questa evoluzione significa non solo ottimizzare i contenuti per l’intelligenza artificiale, ma anche ripensare la strategia di digital marketing in ottica integrata.

Le aziende dovrebbero adottare una visione omnicanale in cui la SEO è solo uno dei pilastri, affiancata da contenuti multimediali, brand awareness, community e proprietà digitali dirette come newsletter e piattaforme di contenuto proprietarie.

Il valore non risiede più solo nel ranking, ma nella capacità di essere riconosciuti come fonte attendibile da utenti e algoritmi, in un contesto dove la ricerca è sempre più sintetica, conversazionale e personalizzata.

Domande Frequenti (FAQ)

1. Cos’è la Google Search Generative Experience (SGE)?

La SGE è una nuova modalità di ricerca basata sull’intelligenza artificiale, in cui Google genera risposte sintetiche e personalizzate sopra i risultati organici, offrendo un’esperienza più conversazionale e guidata.

2. Come cambia la SEO con l’introduzione della SGE?

La SEO deve adattarsi a una riduzione dei clic organici, all’aumento della centralità dell’E-E-A-T, all’uso di contenuti strutturati e all’ottimizzazione per query conversazionali.

3. Come funziona la SGE nei risultati di ricerca?

La SGE elabora informazioni da fonti affidabili e crea un box AI Overview con una risposta generata, suggerendo anche domande successive per continuare l’interazione.

4. Quali strategie adottare per farsi includere nella SGE?

Creare contenuti informativi, autorevoli, ben formattati e supportati da schema markup; rispondere chiaramente a domande frequenti e usare un linguaggio naturale coerente con le query.

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